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"Nel grande panorama dell'arte europea e mondiale la figura di Girolamo Ciulla occupa un posto di primo piano, da tempo ampiamente riconosciutogli. Lo scultore è stato partecipe di una notevole quantità e qualità di esperienze e mostre, ma ben prima di questi risultati, aveva già conquistato una sua precisa identità, che lo proiettava verso evoluzioni e lavori significativi per la sua carriera futura. Si tratta di intuizioni che in nuce si trovano sin dalle sue prime opere. Permettetemi questo ricordo personale, a cui non so rinunciare, sul primo incontro con Girolamo Ciulla anche se non prediligo certo la critica di testimonianza. Ho conosciuto prima la scultura e l'opera di Girolamo che l'artista stesso. Infatti, da assistente alla cattedra di Storia dell'Arte all'Accademia di Belle Arti di Carrara avevo potuto ammirare alcuni suoi lavori: "Icaro", i Putti" e i "Gatti" talora alati. Queste opere avevano catturato la mia attenzione tanto da chiedermi chi fosse quel giovane così fuori dal coro. Ma nei primi mesi del 1987 lo incontrai mentre lavorava gomito a gomito fra scultori italiani e del resto del mondo. Non uso il termine "stranieri", perché tutti parlavano la stessa lingua: la scultura, appunto..." (Daniela Grassellini)